A View From a Window è il titolo della mostra che Palazzo Bentivoglio a Bologna dedica a partire da oggi 1 dicembre all’artista inglese Patrick Procktor (1936-2003), voce significativa delle scena artistica e sociale londinese degli anni Sessanta e Settanta.
Si tratta in realtà di un ritorno in Italia: nel 1971 fu Hélène de Franchis di Studio La Città ad esporre l’artista proprio a Bologna, seguita l’anno seguente (27 aprile – 11 maggio 1972) dalla mostra organizzata a Venezia da Paolo e Gabriella Cardazzo della Galleria Il Cavallino, il cui programma espositivo – già ampiamente votato all’internazionalità – dedicò tra il 1972 e il 1974 una particolare attenzione alla Gran Bretagna, con mostre di David Leverett, Alexander Holwegg, Robyn Denny, Richard Allen e gli scozzesi John Knox, Iain Patterson, Ainsle Yule.
Dalle pagine del catalogo del Cavallino, il critico veronese Alessandro Mozzambani sottolineava “lo stupore immaginativo” delle opere di Procktor e la “sbalorditiva essenzialità” dei suoi dipinti, in “un’intelligenza poetica resa qui in immagini colorate invece che a parole”.
Allestimento di Patrick Procktor, 755a mostra del Cavallino, Venezia 1972. Foto Aldo Fasolo, FGCVe, FC
Come ricorda il biografo di Procktor, Ian Massey: "Questa è la generazione la cui infanzia è stata trascorsa in tempo di guerra e che ne è uscita in un mondo che iniziava ad aprirsi, un mondo di nuove possibilità. Procktor era parte integrante della sua cerchia sociale, con David Hockney, lo stilista Ossie Clark e sua moglie, la designer tessile Celia Birtwell, Richard Beer, Peter Schlesinger, Mo McDermott, David Gwinnutt e persino i reali, la principessa Margaret. Era la Gran Bretagna del dopoguerra. Gli anni Sessanta sono diventati quasi un cliché, quasi mitizzati; Procktor era circondato da un gruppo di persone di talento, che si sostenevano a vicenda, nella vita professionale e nella vita privata".
Procktor ottenne la sua prima personale presso la Redfern Gallery di Londra nel 1963, subito dopo aver terminato gli studi alla Slade School of Art e dopo aver assimilato le influenze di David Bomberg, Keith Vaughan, Graham Sutherland, dimostrando sicurezza nella pittura ad olio e nell’uso del colore, oltre a una predilezione per la figurazione e i ritratti.
Ma fu un soggiorno in Europa con David Hockney e Peter Schlesinger nel 1967 ad avvicinarlo all’acquerello che divenne da quel momento in poi il suo medium privilegiato.
Nel corso degli anni Sessanta e Settanta, le opere di Procktor sono state acquistate da collezionisti e istituzioni pubbliche e private come la Tate, la National Portrait Gallery, la Royal Academy e il MoMA di New York, mentre il suo "The Guardian Readers" è apparso sulla copertina dell'album Blue Moves di Elton John del 1976.
La copertina dell'Album di Elton John, disegnata da Patrick Procktor nel 1976
La mostra a Palazzo Bentivoglio presenta un'ampia selezione di lavori (ritratti di amici e amanti, delicate visioni d’interni, paesaggi e vedute veneziane), con importanti prestiti da collezioni private italiane e inglesi, da Gabriella Cardazzo e dalle Gallerie Redfern e Osborne Samuel di Londra. Un nucleo di opere proviene invece dalla collezione permanente della sede espositiva bolognese.
Patrick Procktor, Vasi di Picasso, 1968, Palazzo Bentivoglio, Bologna, ph Carlo Favero
Patrick Procktor, Aerial View. Paddington Street Gardens, Marylebone, 1986, collezione privata, ph Carlo Favero
Patrick Procktor, Charles Newington alle Zattere, 1976, Palazzo Bentivoglio, Bologna, ph Carlo Favero
Patrick Procktor, Dominic Prima, 1981, Palazzo Bentivoglio, Bologna, ph Carlo Favero
留言