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Art Market#19: Due Capolavori di Beckmann e De Chirico in Asta

Aggiornamento: 30 nov

Due anni fa, la casa d'aste berlinese Grisebach aveva presentato all'incanto un raro autoritratto di Max Beckmann del 1943, “Autoritratto giallo-rosa”.

Il dipinto era andato venduto per una cifra record di oltre 20 milioni di Euro, la più alta mai raggiunta all'asta in Germania per un'opera d'arte, nonché la seconda più alta per un autoritratto del celebre artista tedesco.

Ieri Grisebach ha messo in vendita un altro capolavoro di Max Beckmann, datato al 1938: un ritratto di sua moglie - Mathilde “Quappi” von Kaulbach - proveniente da collezione privata ed esposto in pubblico solo due volte nel corso della sua storia, nel 1938 e nel 1968.

È andato aggiudicato per l'importante risultato di 5,398,000 Euro (incl. commissioni) a fronte di una stima iniziale di quattro-sei milioni di Euro.

 

Nel 1937, Beckmann e la moglie fuggirono dalla Germania nazista, quando l'arte di Beckmann venne dichiarata degenerata. Già a partire dal 1933 all'artista originario di Lipsia era stato negato l'insegnamento alla Scuola di Belle Arti di Francoforte.

Beckmann e Quappi si rifugiarono ad Amsterdam in attesa di un visto per gli Stati Uniti che arrivò solo nel 1947.

“Quappi mit grünem Sonnenschirm” fu dipinto un anno dopo che la coppia si era stabilita nei Paesi Bassi e rappresenta una memoria di felicità e spensieratezza in tempi bui.

Il Prof. Dr. Eugen Blume, massimo esperto dell'opera di Max Beckmann, sottolinea la raffigurazione di Quappi come allegoria di una dea indiana, notando gli occhi allungati, i fiori appoggiati sulle gambe della donna (equipaggiamento simbolico delle divinità indiane) e il parasole che disegna una sorta di nimbo intorno alla sua testa, tutti elementi che rafforzano questa trasfigurazione ed elevano il ritratto a una diversa dimensione dove, scrive Blume, l'immaginazione trascende la mera funzione retinica e scandaglia i regni più profondi della psiche.


Nonostante il progressivo peggioramento delle condizioni di vita in seguito allo scoppio della guerra nel 1939 e all'occupazione dei Paesi Bassi nel 1940, gli anni trascorsi da Beckmann ad Amsterdam costituirono una delle fasi più prolifiche della sua carriera, durante la quale attinse alla sua pittura per trovare conforto, dignità e forza.

“Tutto intorno a me è morte silenziosa e conflagrazione, eppure io ancora vivo”, scrisse nel suo diario.

Max Beckmann (1884-1950)

“Quappi mit grünem Sonnenschirm”. 1938

Olio su tela. 110 × 65 cm. Firmato e datato: Beckmann A. 38.

Catalogue raisonné: Tiedemann/Göpel 491 (online catalogue raisonné). [3180]

Cornice: Spagna, seconda metà 17˚secolo

Courtesy Grisebach/VG Bildkunst, Bonn 2024


Max Beckmann e la moglie Quappi sulla spiaggia di Viareggio, 1929

Courtesy Grisebach/VG Bildkunst, Bonn 2024


Ci spostiamo a Milano dove, il 27 novembre, durante l'asta serale di Arte Moderna & Contemporanea di Sotheby's, “Mobili nella Valle”, un dipinto di qualità museale a firma Giorgio De Chirico, ha raggiunto un prezzo di vendita di 1,920,000 Euro (incl. commissioni) su una stima iniziale di 500,000-700,000 Euro.

Questa transazione rende l'opera di De Chirico la più costosa mai venduta all'incanto in Italia.


Il dipinto fa parte di una serie di otto opere che Giorgio de Chirico iniziò nel 1927 durante il suo soggiorno parigino, con l'obiettivo di esplorare a fondo l'essenza di oggetti comuni e quotidiani dislocati all'interno di contesti non convenzionali.

Il concetto alla base di “Mobili nella Valle” deriva da due eventi cardine nella biografia dell'artista. Il primo si verificò quando l'artista e la sua famiglia trascorsero una notte all'aperto durante un terremoto in Grecia. Il secondo avvenne più tardi, quando, ormai adulto, a Parigi, l'artista rimase affascinato dalla vista di alcuni arredi esposti sul marciapiede fuori da un negozio di mobili. Lo stesso De Chirico scrisse allora: "Un’immensa e strana felicità emana da quell’isola beata e misteriosa… I mobili abbandonati in mezzo alla natura sono l’innocenza e la tenerezza contro le forze distruttive e cieche” (‘Statues, meubles et généraux’, Bulletin de l’effort Moderne, 1927).


Giorgio de Chirico (1888 - 1978)

Mobili in una valle, 1927

olio su tela, cm 130x97

firmato

Image Courtesy Sotheby's

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