Un’importante notizia di mercato sta riguardando in questi giorni lo scultore Antonio Canova (1757-1822) e il suo Studio di Possagno: Amore e Psiche stanti, scultura in gesso ideata da Canova ed eseguita tra il 1797 e il 1803, sotto la direzione dell'artista, dai suoi aiutanti (i gessini Vincenzo Malpieri e Giuseppe Torrenti), è stata aggiudicata lo scorso 26 gennaio presso la casa d’aste romana Bonino per la cifra record di 1.228.500 Euro, ben sei volte la stima iniziale di 200-300.000 Euro.
Parliamo della quarta aggiudicazione a livello mondiale e della prima aggiudicazione in Italia per un gesso di Canova.
Ecco i precedenti sul mercato:
Busto della pace, Sotheby’s Londra 2018, 5,3 milioni di Sterline
Busto di Gioacchino Murat, Christie’s Parigi 2017, 4,3 milioni di Euro
Busto di Lucrezia d’Este, Hôtel des Ventes Monte-Carlo 2019, 2,8 milioni di Euro
Venere e Adone, Finarte Milano 1999, 160 milioni di Lire
Il risultato è eccezionale non solo perché Amore e Psiche stanti era l’unico gesso al mondo con questo soggetto ancora in proprietà privata (la seconda versione si trova presso la Gipsoteca Canoviana di Possagno), ma anche in considerazione del fatto che l’opera è stata presentata sul mercato con una giusta notifica da parte del Ministero della Cultura che vincola la scultura a rimanere in Italia.
Sviluppato a partire da un tema molto caro a Canova poiché gli permetteva di dimostrare appieno l’idea neoclassica di bellezza secondo la teoria del Winckelmann, l’atarassia o l’imperturbabilità nei sentimenti, Amore e Psiche stanti si presentava in asta in buono stato di conservazione e con una vasta documentazione a livello di provenienza, esposizioni e bibliografia.
Il committente originale per la scultura nella versione in marmo, realizzata in quattro esemplari tra il 1787 e il 1803, oggi conservati al Louvre e all'Hermitage, era il colonnello inglese John Campbell.
Rimasto nello Studio dell'artista sino alla sua scomparsa, nel 1829 il gesso è stato ereditato dal fratello Giambattista Sartori, che lo ha successivamente donato alla famiglia veneta dei Conti Canal. In collezione Canal sino al 2004, il lavoro è stato poi acquistato dall'istituto di credito Veneto Banca i cui beni si trovano ora in liquidazione amministrativa coatta per bancarotta.
Per tornare ad Amore e Psiche stanti, non deve sorprendere invece che la sua esecuzione fosse stata delegata dall’artista ai gessini. Nello Studio di Canova, al pari degli studi d’artista contemporanei, ogni fase della realizzazione dell’opera - dal disegno dal vero o “d’invenzione” al bozzetto in creta, dal gesso al marmo - era perfettamente organizzata e ripartita tra l’artista e le sue maestranze - in un processo volto a valutare passo dopo passo la resa finale dell’opera prima della realizzazione finale in marmo.
Lo stesso Canova non ha mai nascosto la sua avversione al lavorare il gesso, preferendo invece modellare la creta per sviluppare un’idea, valutare le proporzioni di un'opera o l'incidenza della luce su di essa, ed infine intervenire in modo diretto e conclusivo sul marmo.
I gessi avevano dunque due principali funzioni: sviluppare un soggetto e prenderne le corrette misure prima della trasposizione in marmo e, a tal fine, si usavano i chiodini di posizione o, come sembra più probabile nel caso di Amore e Psiche stanti, fare mostra di sé nell’atelier dell’artista a dimostrazione del genio dell’artista o per catturare l'attenzione di nuovi committenti.
Amore e Psiche stanti. Courtesy Bonino
Amore e Psiche stanti. Courtesy Bonino
Amore e Psiche stanti. Courtesy Bonino
Amore e Psiche stanti. Courtesy Bonino
Per chi volesse approfondire quest’aspetto, segnalo infine la recente uscita in libreria del terzo volume del progetto Canova. Quattro Tempi firmato dal fotografo Luigi Spina e dedicato proprio ai modelli in gesso canoviani oggi conservati nella Gipsoteca di Possagno, edito dalla casa editrice Five Continents di Milano.
Courtesy Luigi Spina e Five Continents, Milano
Comments