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Art Market#20: Report sull'arte italiana del Ventesimo secolo dalle Spring Sales di New York e Londra

Aggiornamento: 4 giorni fa

Nel 2024 abbiamo osservato come il mercato dell'arte italiana del Ventesimo secolo, in un contesto di più ampia contrazione internazionale, abbia offerto numerose opportunità di acquisire in asta opere significative di artisti storicizzati, a partire da stime molto appetibili.

 

Ne è un esempio l'olio su tela del 1948 a firma Giulio Turcato, Comizio, presentato dalla casa d'aste italiana Farsetti a novembre con una stima di partenza di 30.000-40.000 euro.

Incluso in due grandi mostre museali dedicate a Turcato a Roma, rispettivamente al Palazzo delle Esposizioni (1974) e alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna (1986), il dipinto ha realizzato 93.370 euro, commissioni incluse, segnando un risultato di rilievo nel mercato dell'artista.

Realizzato un anno dopo la costituzione del Gruppo Forma 1, Comizio mostra un nuovo linguaggio dell’astrazione, che Turcato utilizza per esprimere le tensioni politiche e sociali dell'Italia del dopoguerra, prendendo così le distanze dal Realismo sociale di Guttuso.

 

Al termine di una nuova sessione di aste internazionali a New York e Londra, sembra che questa tendenza dell'arte italiana del Ventesimo secolo - nonostante alcune eccezioni, come ad esempio Salvo – sia destinata a continuare nel corso del 2025, a conferma di una condizione di mercato più favorevole per chi compra che per chi vende.

 

Il 26 febbraio Sotheby's New York ha presentato una selezione di opere d'arte italiane da collezione privata americana durante l'asta Contemporary Curated.

Tra gli artisti presenti figuravano autori di peso: Sergio Lombardo, Franco Angeli, Mario Schifano, Tano Festa, Carla Accardi, Piero Dorazio, Antonio Sanfilippo, Giuseppe Capogrossi e Gastone Novelli.

Alcune delle opere erano già apparse in asta nel 2019 e probabilmente erano state acquistate in quell'occasione dallo stesso proprietario che le ha affidate quest'anno a Sotheby's.

In un mercato affamato di opere inedite, questo fattore potrebbe aver influenzato i risultati.

Infatti, ad eccezione del lavoro di Sergio Lombardo dalla sua più iconica serie dei Gesti Tipici, un John Fitzgerald Kennedy che ha raddoppiato la sua valutazione iniziale di 200.000 dollari, gli altri lotti - Accardi, Angeli, Sanfilippo, Festa, Capogrossi e Novelli - sono stati venduti all'interno delle rispettive forbici di valutazione.

Una Caseina verde del 1964 di Carla Accardi, Bave d'Erba, aveva avuto un’apparizione all’asta ancora più recente, lo scorso novembre a Milano, dove era andata invenduta con una stima di partenza di 100.000-150.000 euro. Riproposta il 26 febbraio con una stima leggermente inferiore, 70.000-100.000 dollari (65.000-95.000 euro), è stata battuta a 88.900 dollari, tasse incluse.

Il Capogrossi, Superficie 99 del 1952, era un buon pezzo e il fortunato offerente ha acquisito un dipinto di provenienza storica (Galleria del Naviglio, Milano) a un prezzo molto interessante (127.000 dollari, commissioni incluse).

Nel 1952, l'identità astratta di Capogrossi, resa attraverso l'iconica forma a semicerchio (la forchetta) che in Superficie 99 è arrangiata verticalmente lungo la tela, con una piena e soddisfacente campitura, era già pienamente sviluppata.

Due anni dopo, nel 1954, Capogrossi sarebbe stato esposto alla Biennale di Venezia con una sala personale e una presentazione del critico d'arte Michel Tapié.

Tra i lotti che non hanno suscitato interesse a New York il 26 febbraio, un dipinto monocromo del 1961 di Mario Schifano è stato ritirato prima dell'asta, probabilmente perché l'offerta pre-asta non è stata sufficiente a raggiungere la riserva minima indicata dalla proprietà.

Anche un Reticolo del 1959 di Piero Dorazio non ha ricevuto interesse e non è stato aggiudicato. Le opere di Dorazio degli anni Cinquanta, benchè spesso di grande formato e provenienti da importanti collezioni europee o statunitensi, stanno ultimamente riscontrando difficoltà in asta, se paragonate alle prestazioni più felici delle opere dei decenni successivi. Ma anche questa può essere un’occasione da non perdere per gli amanti di Dorazio anni Cinquanta.

 

Il 5 marzo Sotheby's Londra ha messo in asta una preziosa selezione di opere d'arte italiane provenienti dall’importante collezione di Christian Levett: Manzoni, Castellani, Burri, Scheggi, Bonalumi, Simeti, Fontana, Rotella, Consagra, Marini, Manzù e Biasi.

“Per i collezionisti del Ventesimo secolo, questa è un'ottima opportunità per aggiudicarsi dei veri e propri capolavori a stime di partenza molto appetibili. È ora di lasciare che altri collezionisti vivano con queste opere eccezionali”, ha dichiarato il proprietario sul suo profilo Instagram.

Dopo 30 anni di collezionismo di arte classica, antichità e arte internazionale del dopoguerra, l'imprenditore britannico ha infatti spostato la sua attenzione sulle artiste donne, soprattutto le espressioniste astratte.

La scorsa estate Levett ha riprogrammato il suo museo privato nel sud della Francia, un ex mulino a Mougins - piccolo villaggio dove ha vissuto anche Picasso - per aprire il Femmes Artistes du Musée de Mougins (FAMM). Si tratta del primo grande museo europeo dedicato esclusivamente alle artiste donne.

 

Il riscontro ottenuto dai 15 lotti di proprietà dell'imprenditore britannico ci dice che, se non stiamo probabilmente assistendo a un profondo cambiamento del gusto collezionistico - ora maggiormente volto alla riscoperta di figure rimaste in precedenza in secondo piano o focalizzato sul comparto luxury, come ad esempio vini, gioielli, orologi - il risultato per determinati artisti italiani in particolare (Manzoni, Castellani, Bonalumi e Scheggi) segna quantomeno un allontanamento definitivo dagli impressionanti risultati d'asta ottenuti sul rostro londinese e newyorchese solo un decennio fa.

 

In una situazione non dissimile da quella di New York, il 5 marzo a Londra solo il decollage di Mimmo Rotella è stato venduto per 40.640 sterline, il doppio della stima iniziale, tasse incluse.

Degli altri 14 lotti dalla collezione Levett, nessuno ha superato le stime più alte, mentre due Alberto Burri ben documentati - una Combustione del 1966 e un Cellotex del 1979 - si sono assestati al di sotto della stima minima. Una Estroflessione rossa di Enrico Castellani, presente all'interno della mostra del 2014 al Guggenheim di New York dedicata al Gruppo Zero, e una Visione dinamica di Alberto Biasi sono rimasti invenduti.


Diverso è invece il discorso relativo al grande Burri da collezione privata europea, Sacco e Nero 3 del 1955, che la sera prima, sempre da Sotheby's, è andato a martello nel corso della Modern & Contemporary Evening Sale per oltre 4 milioni di sterline.

È evidente che qui ci troviamo di fronte al top end di mercato, ed è incoraggiante che un lavoro di un artista significativo per l’arte del Ventesimo secolo come Burri abbia soddisfatto le aspettative di una ristretta ma altamente esigente clientela HNW. Il lotto era garantito entro le stime (2,500,000 - 3,500,000 GBP) ma l'interesse ricevuto dall'opera non ha reso necessario il ricorso ad una parte terza per l'aggiudicazione, un risultato per nulla scontato.

Probabilmente nessun altro protagonista del dopoguerra italiano ha saputo come Burri indagare con tale radicalità lo spazio della pittura e lasciare un’eredità di soluzioni formali così ampia da esercitare influssi duraturi sulle successive generazioni di artisti.

 

In ultima analisi, alle attuali condizioni, è importante considerare separatamente il mercato degli acquirenti da quello dei venditori.

Differenti fattori sul piano internazionale hanno portato a un ammorbidimento dei prezzi, creando nuove e inaspettate opportunità per chi compra.

Ma per quanto riguarda invece chi vende, un numero crescente di collezionisti potrebbe voler esplorare possibilità alternative alle vendite all'incanto per monetizzare i propri beni. Questa tendenza potrebbe portare a una preferenza ancora crescente per le vendite private, che consentono al venditore di entrare in contatto con potenziali acquirenti mantenendo una maggiore discrezione e riducendo i rischi legati a un mercato in veloce evoluzione.

 

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