Il Guggenheim Museum di Bilbao, in Spagna, ha acquisito due dipinti dell'artista austriaca Martha Jungwirth: Australidelphia (dalla serie Triptychon, 2020) e Self Portrait (1982-84).
Questa acquisizione segue la grande retrospettiva della Jungwirth al Guggenheim Bilbao nel 2024, che ha messo in mostra quasi 50 anni della sua produzione artistica, dal 1976 al 2023.
La notizia è stata riportata dalla galleria Thaddaeus Ropac che rappresenta l'artista a livello globale.

Credit: Charles Duprat; © The Artist/Vegap, Madrid 2024/Thaddeus Ropac
Martha Jungwirth ha studiato all'Accademia di Arti Applicate di Vienna dal 1956 al 1963.
Nel 1968 è stata l'unica donna a partecipare alla mostra collettiva “Wirklichkeiten” (Realities) alla Secessione di Vienna, con la curatela del critico Otto Breicha, al fianco degli artisti Wolfgang Herzig, Kurt Kocherscheidt, Peter Pongratz, Franz Ringel e Robert Zeppel-Sperl.
Il gruppo ha esposto le proprie opere in Austria dal 1968 al 1972 e nel 1977 Jungwirth ha partecipato a Documenta 6 a Kassel.
Gli artisti di “Wirklichkeiten”, sebbene eterogenei, reagivano contro le tendenze prevalenti negli anni Settanta - minimalismo e arte concettuale - producendo opere pittoriche in cui, per usare le parole di Otto Breicha, “la realtà è nell'immaginazione e l'immaginato è così reale da diventare plausibile attraverso il dipinto”. Una definizione che si allinea perfettamente alla pratica artistica di Martha Jungwirth.
Fin dall'inizio, Martha Jungwirth - che lavora esclusivamente su carta - ha perseguito un approccio personale e viscerale alla pittura, attingendo alle sue esperienze private, come i viaggi, ai ricordi e allo studio dei grandi pittori del passato, come Goya e Manet, oltre che alla poesia e alla letteratura. Questi elementi sono da sempre al centro del suo lavoro attraverso un flusso gestuale di macchie colorate, schizzi e corpose pennellate che può essere ricondotto storicamente sia all'Espressionismo astratto americano che all'automatismo del Surrealismo ma che non si esaurisce in essi.
Secondo l'artista, questo flusso è strettamente legato al suo io, al suo corpo: “Il disegno e la pittura sono un movimento che mi attraversa”, afferma.
Tuttavia, non accetterebbe mai l'aggettivo astratto per descrivere la sua pittura.
Recentemente intervistata dalla biografa Laura Adler per la rivista francese Artpress, la Jungwirth ha dichiarato: "Il mio punto di partenza è sempre qualcosa di concreto. Prendo un soggetto e ci lavoro in serie finché non si esaurisce. A volte il mio trattamento del soggetto rimane molto vicino alla sua natura, altre volte mi distacco da questa ispirazione iniziale per orientarmi verso qualcos'altro".
Dopo un lungo periodo di scarsa visibilità, durante il quale tuttavia non ha mai smesso di produrre, Martha Jungwirth ha conosciuto una notevole ripresa in termini di riconoscimento.
Una svolta significativa per l'artista è stata l'inclusione in una mostra collettiva del 2010 curata dal pittore tedesco Albert Oehlen all'Essl Museum in Austria.
Nel 2021, il gallerista Thaddeus Ropac ne ha annunciato la rappresentanza esclusiva ed oggi, a 85 anni, la sua carriera sta conoscendo un nuovo slancio anche dal punto di vista del mercato.
Lo scorso novembre, da Dorotheum, l'opera “Senza titolo”, un olio su carta su tela di grande formato, era stata inizialmente stimata 180.000-280.000 Euro. Ha quasi raddoppiato il suo precedente record, raggiungendo alla fine i 520.000 Euro.
Nel 2024, Martha Jungwirth ha goduto di ancora maggiore visibilità grazie alla retrospettiva al Guggenheim Museum di Bilbao e alla mostra personale “Herz der Finsternis” alla Fondazione Giorgio Cini durante la Biennale di Venezia.
Pochi giorni fa è stata inaugurata la sua prima mostra in Cina, al Long Museum di Shanghai, dove rimarrà fino ad aprile 2025.
Martha Jungwirth è nata nel 1940 a Vienna, in Austria, e vive e lavora a Vienna.
Ha tenuto mostre personali alla Secessione, Vienna, Austria (con Franz Ringel, 1972); al Museum des 20. Jahrhunderts, Vienna, Austria (1976); a Documenta 6, Fridericianum, Kassel, Germania. Jahrhunderts, Vienna, Austria (1976); documenta 6, Fridericianum, Kassel, Germania (1977); Künstlerhaus Klagenfurt, Austria (1982); Museum der Moderne - Rupertinum, Salisburgo, Austria (1991); Kulturhaus der Stadt Graz, Austria (1999); Malfluchten, Museum Moderner Kunst - Stiftung Wörlen, Passau, Germania (1999); Künstlerhaus Klagenfurt, Austria (2000); Kunsthaus Mürz, Mürzzuschlag, Austria (2008); Stadtmuseum Bruneck, Italia (2011) e Kunsthalle Krems, Austria (2014).
Le opere di Jungwirth figurano in collezioni private e istituzionali negli Stati Uniti e in Europa, come la Rubell Family Collection (USA), la Barnes Foundation (Philadelphia, USA), l'Albertina (Vienna, Austria), il Mumok (Vienna, Austria), il Joanneum (Graz, Austria); Lentos (Linz, Austria); Rupertinum (Salisburgo, Austria); Collezione Città di Vienna (Austria); Collezione Essl (Klosterneuburg, Austria); Museum Angerlehner (Wels, Austria); Sammlung Liaunig (Vienna / Neuhaus); Sammlung Wemhöner (Berlino / Herfort); Sammlung Dichand (Vienna).
Comments